Formaldeide, terpeni, acidi, PM10 e PM2.5, aldeidi esteri, allergeni e batteri di varie tipologie.
No, non è una lista di sostanze pericolose con cui potresti venire a contatto in un centro città trafficato ma sono gli inquinanti indoor che respiri quotidianamente sul tuo luogo di lavoro. Proprio così, tanto difficile da immaginare quanto preoccupante.
Si stima, infatti, che l’inquinamento degli ambienti interni sia 5 volte più elevato dell’inquinamento esterno.
Allarmante vero? E attenzione, perché il problema dell’inquinamento indoor in ufficio non si risolve solo con la pulizia e la manutenzione dei sistemi di condizionamento e riscaldamento (sappiamo che conosci già normative e obblighi) ma coinvolge arredi, pavimenti e strumenti di lavoro. Componenti che possono rilasciare nei tuoi ambienti professionali sostanze organiche volatili, anche per anni, andando a compromettere la qualità dell’aria e inevitabilmente il benessere dei tuoi collaboratori.
La conseguenza di tutto questo ha un nome: Sindrome dell’Edificio Malato e racchiude tutti i sintomi sentinella della presenza di un’aria poco salubre come irritazione al naso, agli occhi, alle vie respiratorie e occasionalmente alla pelle, mal di testa, malessere, stanchezza, vertigini e difficoltà a concentrarsi.
Non sottovalutarla! Secondo una stima*, questa sindrome è responsabile, ogni anno, della perdita di 24,6 milioni di giorni di lavoro. Per quantificare, un’azienda di 10 dipendenti per la sindrome dell’impiegato può perdere fino a 13.000 euro ogni anno se non adotta delle misure pro aria pulita. Ma quali sono i rimedi per far fronte all’inquinamento indoor negli uffici?
Da dove puoi iniziare? Prima di tutto è importante conoscere nel dettaglio le fonti colpevoli del rilascio di inquinanti e patogeni nell’ambiente professionale. Questo ti aiuterà a fare scelte più consapevoli.
Sono dovunque, anche dove meno te lo aspetti. Quindi particolare attenzione a:
1. Scrivania 25.000 germi ogni 2,5 centimetri quadrati: è questo il numero di batteri, stimato dai microbiologi dell’Università dell’Arizona, che popola la tua scrivania e quella dei tuoi dipendenti. Per darti un’idea, la seduta di un servizio igienico ne ha circa 50.
< Consiglio pratico: evita di mangiare sulla scrivania o di lasciare tazze usate e alimenti sopra le superfici di lavoro. L’ideale sarebbe riordinare e passare delle salviettine antibatteriche a fine giornata.
2. Stampanti laser, toner e inchiostri Avere accanto per tutto il giorno una stampante laser in ufficio equivale a stare tutto il giorno bloccati nel traffico, con i finestrini aperti!
Le stampanti laser da ufficio, insieme ai toner emettono particelle tossiche nell’aria come Ozono, PM10 e PM2,5: sostanze che, insieme agli odori e vapori che emettono evidenziatori, inchiostri, colle, correttori e altre sostanze chimiche da ufficio, rendono poco salubre l’aria nel tuo ambiente di lavoro, causando possibile mal di testa, prurito e irritazione cutanea, bruciore agli occhi e tosse.
< Consiglio pratico: in questo caso è davvero importante scegliere la tipologia di stampante giusta in fase di acquisto, a quelle laser preferisci i dispositivi con processo di stampa a freddo e cerca di orientarti su stampanti ecologiche a zero emissioni di polveri e ozono.
3. Mobili e pavimenti in legno Popolano da sempre il tuo luogo di lavoro: librerie, armadi, serramenti, battiscopa, pavimenti e in generale prodotti a base di legno e truciolato contengono formaldeide, una sostanza chimica che continua a rilasciare vapori inquinanti nel tempo, possibili cause di irritazione agli occhi e al sistema respiratorio.
< Consiglio pratico: verifica che ogni prodotto sia dotato dell’attestazione prevista per legge e dichiarante il rispetto dei limiti di emissione di formaldeide, secondo la classe E1.
4. Tappeti Arredano, danno colore ma diventano anche la casa di sporcizia, pesticidi e altre tossine che si attaccano alle scarpe e che inevitabilmente porti in ufficio.
Purtroppo non finisce qui: una volta seccate, queste sostanze evaporano gradualmente, trasformandosi in particelle aeree che contribuiscono a rendere meno salubre l’aria che respiri.
< Consiglio pratico: purtroppo in ufficio non è possibile, come a casa, togliere le scarpe prima di entrare. Può essere utile scegliere tappeti anallergici, antiacaro e di materiali che possono essere puliti e igienizzati facilmente.
5. Sedie imbottite Non è di certo la prima cosa a cui pensi.
Ma se in ufficio hai una sedia con imbottitura devi sapere che ogni volta che ti siedi immetti nell’aria polveri e acari che si annidano proprio in quell’imbottitura che ti permette di stare seduto più comodo.
< Consiglio pratico: controllare il materiale dell’imbottitura della sedia, il poliestere, ad esempio, è indicato in quanto non attira la polvere ed è anallergico.
Come hai letto, le fonti di inquinamento indoor sono molte e diverse tra loro. I consigli pratici forniti possono contribuire in parte a migliorare la qualità dell’aria respirata in ufficio ma tu, come imprenditore, hai la possibilità di risolvere completamente il problema, preservando il benessere e la produttività di tutta l’azienda.
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*Sick Building Syndrome May 2012” www.fmintelligence.co.uk